Zeus Criterium 1969\ Zeus 2000 1973 \Zeus 2001

Zeus Industrial nascendo 1926 in un’officina meccanica di Nicolás Arregui Gallastegui nella città basca di Eibar, un centro industriale nel nord della Spagna noto per la produzione di armi, macchine navali, macchine agricole, attrezzature per macchine da cucina e da cucire. La cosa più importante per le future fortune di Arregui, era la produzione di piccole parti, come bulloni per assi e mandrini, poi l’azienda si espanse rapidamente producendo componenti completi, telai e biciclette . Il primo catalogo di Zeus è del 1973, l’azienda fu anche la prima a sviluppare un deragliatore basato su un parallelogramma articolato, un prototipo mostrato nel 1971 al Fiftheth Brussels Show.

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Colnago Freccia 1968

veloce come una freccia………….era il motto

I telaisti erano i cognati Vanni e Boccardi, entrambi avevano lavorato con Galmozzi fino alla fine degli anni 40 , il primo per oltre vent’anni, prima nel vecchio capannone in via Melchiorre Gioia che fu distrutto a causa del bombardamento alla stazione di Milano poi in una piccola officina poco distante.

Telaio del 1968 che fu verniciato probabilmente nel 1970 dopo che Colnago depositò il logo dell’asso di fiori con le decalco della super

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Molinari corsa 1946

La bicicletta è come il cavallo nel West, ingrediente essenziale del paesaggio

Molinari assieme a Beltramo brevettarono il canotto sella in alluminio

Molinari Cicli – via Frejus 35, Torino. Costruttore torinese di Borgata Cenisia, rinomato telaista. La fabbrica ha prodotto validi esempi dell’artigianato torinese anche nel settore corsa e sportivo. E’ rimasta attiva dagli anni trenta del secolo scorso fino agli anni sessanta. cit|Registro Storico

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Ercole Baldini

Ercole Baldini la locomotiva di Fori

Volava. Che andasse come una moto, lo si era capito subito: primo in una tappa e in una semitappa del Gran premio ciclomotoristico, che si faceva pedalando (in parte) nella scia di una moto.

Volava. Che andasse come un treno, lo si era visto già: primo nel Trofeo Tendicollo Universal, una gara a cronometro, anzi, la gara a cronometro, anzi, il campionato del mondo a cronometro.

Volava. Che fosse il più forte in una grande corsa a tappe, lo si scoprì al Giro d’Italia: primo nelle due tappe a cronometro, primo in una tappa con arrivo in salita, primo in una tappa alpina, primo nella classifica generale.

Volava. Che fosse il più forte anche nella corsa di un giorno, un giorno che valeva un anno, e un anno che sarebbe valso una vita, lo si ammirò al Mondiale di Reims: uscì allo scoperto quando al traguardo mancavano 250 km, e arrivò da solo.

Volava !!!!!


Era il 1958, ed Ercole Baldini, volando, sembrava imbattibile
. Un anno magico, felice, vincente. Un anno verde oliva (la maglia della Legnano), rosa, iridato e anche tricolore, perché si laureò pure campione italiano. Un anno irripetibile e indimenticabile. Tant’è che sabato 10 novembre, a 60 anni di distanza, Ercole Baldini lo ricorderà ancora. Celebrandolo con familiari e amici, colleghi e appassionati, autorità e sportivi.

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Legnano corsa 1921

Al di là dei titoli conquistati, basti un aneddoto: alla fine degli anni Trenta fu Pavesi a scoprire il dilettante Fausto Coppi e a lanciarlo come gregario del già affermato Bartali, dando il via alla lotta tra campioni che divise e appassionò l’Italia.

Dagli anni Trenta agli anni Sessanta, mentre il ciclismo diventava lo sport più popolare del Paese e la squadra corse mieteva un successo dietro l’altro, la Legnano costruì alcune tra le più belle biciclette mai viste. In città non mancavano fonditori, tornitori, artisti della saldatura e tecnici capaci. Chi alla Franco Tosi poteva costruire un sottomarino come l’Archimede, nel capannone poco più in là era in grado anche di fare una bicicletta come si deve. Solo per restare ai mezzi da gara, negli anni Cinquanta nello stabilimento che si affacciava su via XX Settembre furono costruiti capolavori assoluti come i modelli Roma: leggerissimi, velocissimi, equipaggiati con la componentistica migliore e curati in ogni dettaglio.

Nell’epoca del tutto carbonio provate a mettere una Roma del 1956 di fianco a un top di gamma di oggi, la differenza salta all’occhio: nel 2019 le biciclette sono tutta tecnica, anche il colore spesso serve per contenere il peso; mezzo secolo fa invece c’era ancora spazio per il bello fine a se stesso, e così ecco che sui telai delle bici che vincevano spiccavano cromature e filetti rossi, mentre lo stemma del Guerriero sbalzato in ottone svettava in campo bianco.

Il verde Legnano merita poi qualche riga a parte: c’è chi sostiene sia un colore a sé, in verità era il risultato di un trattamento complesso. I telai erano verniciati d’argento e poi ricoperti di tante mani di verde trasparente fino a che prendevano la caratteristica colorazione ramarro. Ecco perché a distanza di decenni oggi è difficile trovare due biciclette Legnano che abbiano lo stesso colore.

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freni Campagnolo record primo tipo senza scritta 1968

la storia dei freni Campagnolo inizia esattamente quattro giorni prima del campionato del mondo su strada a Imola nel 1968, esattamente ci troviamo a Dozza, un borgo medioevale situato sulle colline romagnole ……..

ripercorriamo quel giorno, anzi dalla sera prima .

la banda musicale del maestro Baroncini suona nella piccola piazza ed il clima festoso coinvolge anche Gianni Motta.

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