Chiorda 1965 reparto corse Salvarani

telaio Cinelli

Io l’ho trovata a Lugo, stavo parlando con amici al mercatino delle manifestazione “Le strade bianche di Romagna” quando passa un signore su di una Chiorda straordinaria certamente del Reparto Corse Salvarani. Dopo una trattativa levantina sono riuscito a farmela vendere.

Il telaio ha delle congiunzioni Cinelli, non solo il nodo sella, talmente lavorate finemente che subito si sono formate due correnti di pensiero, la prima che il telaio fosse stato saldato da Luigi Valsassina, che uscito dalla Bianchi nel 1947 andò a lavorare da Cinelli; se confronti le congiunzioni della mia Chiorda con quelle della Bianchi di Fausto Coppi del 1945 (proprietà Amadori e riprodotta nel nostro libro) troverai una somiglianza notevole. L’altra corrente di pensiero è che il telaio sia stato saldato da un meccanico romagnolo della Salvarani il cui nome non ricordo perché mi fu detto a voce, dovrei chiedere a Fausto Pezzi che forse lo sa.

Sono, come ti avevo detto, in Sardegna e non ho con alcuna documentazione, quindi in questi giorni ho dovuto pensare alla ricerca che ho fatto a suo tempo e finalmente mi sono ricordato che nel 1965 al Tour de France vinto da Gimondi, la Salvarani adottava bici CHIORDA e io ho trovato alcune foto dove il nodo sella è Cinelli. Le misure del telaio sono quelle di Adorni al quale avevo annunciato che sarei andato a Parma a fagliela vedere il prima possibile

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Ercole Baldini

Ercole Baldini la locomotiva di Fori

Volava. Che andasse come una moto, lo si era capito subito: primo in una tappa e in una semitappa del Gran premio ciclomotoristico, che si faceva pedalando (in parte) nella scia di una moto.

Volava. Che andasse come un treno, lo si era visto già: primo nel Trofeo Tendicollo Universal, una gara a cronometro, anzi, la gara a cronometro, anzi, il campionato del mondo a cronometro.

Volava. Che fosse il più forte in una grande corsa a tappe, lo si scoprì al Giro d’Italia: primo nelle due tappe a cronometro, primo in una tappa con arrivo in salita, primo in una tappa alpina, primo nella classifica generale.

Volava. Che fosse il più forte anche nella corsa di un giorno, un giorno che valeva un anno, e un anno che sarebbe valso una vita, lo si ammirò al Mondiale di Reims: uscì allo scoperto quando al traguardo mancavano 250 km, e arrivò da solo.

Volava !!!!!


Era il 1958, ed Ercole Baldini, volando, sembrava imbattibile
. Un anno magico, felice, vincente. Un anno verde oliva (la maglia della Legnano), rosa, iridato e anche tricolore, perché si laureò pure campione italiano. Un anno irripetibile e indimenticabile. Tant’è che sabato 10 novembre, a 60 anni di distanza, Ercole Baldini lo ricorderà ancora. Celebrandolo con familiari e amici, colleghi e appassionati, autorità e sportivi.

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