Ganna corsa anni 60

Se le previsioni meteo non m’ in..Ganna..no dovrò restare a casa!!





Dal 1909 ad oggi il Giro d’Italia ha collezionato innumerevoli imprese ed eroianeddoti e leggende.

oggi tocca a Luigi Ganna primo vincitore del Giro d’Italia 1909

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Wilier Triestina gruppo Campagnolo cinquantenario

Wilier Triestina nasce nel 1906 con il nome di Wilier, grazie all’idea di un commerciante bassanese, Pietro Dal Molin, di costruire in proprio biciclette. La sua fucina di “cavalli d’acciaio” sorge come un piccolo laboratorio sulle rive del Brenta, a Bassano del Grappa, e il suo successo aumenta di pari passo alla sempre maggior richiesta di biciclette.

Per questo motivo Dal Molin decide di allestire una squadra professionistica capitanata dal triestino Giordano Cottur, noto per essere succeduto nella Bassano-Monte Grappa per dilettanti nientemeno che a Gino Bartali.

Nello stesso periodo sull’onda del sentimento popolare di apprensione per le sorti di Trieste, Dal Molin decide di associare al nome della sua azienda quello della città giuliana.

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Luigi Malabrocca e la storia della maglia nera

Il primo e l’ultimo se li ricordano tutti; il secondo e il penultimo se li ricordano solo loro, anche se forse vorrebbero dimenticarselo; dal terzo al terzultimo non se li ricorda nessuno. Per questo ho lottato per arrivare ultimo.
(Oscar Gatto, maglia nera al Giro 2007)
 

Era nato il 22 di giugno del 1920, un secolo fa, Luigi Malabrocca corridore alessandrino di Tortona soprannominato il cinese per i suoi occhi a mandorla

L’accostamento della maglia nera all’ultimo in classifica si deve a un calciatore.Giuseppe Ticozzelli faceva di professione il difensore, ma amava ogni tipo di sfida in modo piuttosto viscerale. Nel 1926, per esempio, decise di correre il Giro d’Italia. Lo fece indossando la maglia del Casale, la sua squadra dell’epoca, che era per l’appunto nera. Ticozzelli riuscì a concludere solo tre tappe del Giro, ma si distinse, anziché per le prove atletiche, per il modo in cui partecipava alla gara. Arrivava al via sempre all’ultimo momento, spesso accompagnato in taxi, poi partiva a razzo per fughe tanto folli quanto brevi. Infatti Ticozzelli si fermava ben presto in qualche trattoria a mangiare e riposarsi, incurante del risultato finale .ma sarebbe bastato a segnare per sempre la storia del frasario sportivo italiano.

foto web

La conquista della maglia nera divenne, nei Giri d’Italia del dopoguerra, una competizione con tanto di premi: damigiane di vino e olio, maialini, quadri d’autore, qualche soldo. Essere ultimi poteva rivelarsi un affare: Ciro Verratti, inviato storico del Corriere della Sera, scrisse nel ’49 che la maglia nera “è nata per ridere, ma sta diventando una cosa seria”.

In effetti l’umiltà e la tenacia messe in mostra dall’ultimo in classifica ricalcavano esattamente quelle che erano le qualità di un Paese che provava a rialzarsi: l’Italia di De Gasperi era piena di speranze e povera di tutto il resto. E allora sulle strade della penisola, da Nord a Sud, si inneggiava -certo – a Coppi e Bartali, ma pure a Carollo e Malabrocca.

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Legnano modello 54 del 1929

ho notato nel tubo dello sterzo qualcosa di insolito come una deformazione del tubo. Avevo sentito spesso che si trovano i biglietti nei telai ma non ci volevo credere. Ho inserito il dito da sotto e ho tirato fuori quel bigliettino e dopo una rapida ricerca su Google e mi sono pietrificato quando ho visto il ciclista con la maglia della Legnano .Chiaramente non ci metto la mano sul fuoco Però mi piace crederlo

probabilmente appartenuta a Giovanni Gotti corridore professionista della Legnano anni 30
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