Virginia corsa fine anni 60

Cicli Virginia – in fuga dal 1962 dove “l’essere in fuga”, per gli appassionati delle biciclette, è un termine preciso che significa essere in vantaggio ,più avanti rispetto………….

Nel 1972 Grenzi accetta la proposta dall’imprenditore Eugenio Rampinelli di dirigere la 3T Tecnotelai di Bologna, vende quindi l’officina di Vaciglio (Modena) a Paletti, il quale poi per qualche anno marcherà i telai con la doppia firma Grenzi/Paletti.

 Lo scambio tra i due artigiani proseguirà anche negli anni a venire, è infatti proprio grazie al passaggio dell’attività che Paletti entra in contatto con il sig. Ognibene, l’ingegnere modenese che aveva collaborato con Grenzi nella realizzazione delle sue invenzioni e che sarà poi l’artefice della complessa ingegnerizzazione dei brevetti alla fine anni ’70.

La sera, dopo il lavoro, Luciano continua a sperimentare nella cantina di casa, dove costruisce la sua prima bici. cit / frameteller

collezione privata

In gita al lago d’Iseo

5 thoughts on “Virginia corsa fine anni 60

  1. In quella stessa bottega di via Morane a Vacilio-Modena, nella primavera del 1976, Luciano Paletti mi prese le misure per la costruzione della mia bici Paletti Super Record, equipaggiata dal Gruppo Campagnolo Nuovo e Super Record 2×6 velocità, incidendo le mie iniziali sulla scatola del movimento centrale. Telaio in tubi Columbus spessore conico, giunzioni Masi, forcella anteriore cromata, colore Blu-Dino Ferrari metallizzato.

  2. Sono di Modena e ad Ottobre 2023 ho salvato per caso una bici destinata all’isola ecologica.
    Solo dopo averla ripulita mi sono accorto del fregio anteriore Virginia. Per me è stato un piacere ridarle vita. Telaio in acciaio, taglia 54 peso 2,150 kg veramente leggerissimo.

    1. buonasera Andrea, complimenti per il ritrovamento, considero i telai Virginia di un livello superiore. appena posso le pubblico il suo commento sotto il mio commento . grazie

      1. Guardi, essendo che di originale era rimasto nulla, dopo tante ore di lavoro, ho ricostruito la bici in chiave “restomod” con componenti più o meno moderni e la uso per fare dei giri su e giù dalle colline modenesi. Devo dire che tra tutte quelle che ho, anche modernissime, la Virginia ha un telaio fantastico, che apprezzo specialmente in discesa a velocità molto elevate. Incredibile che abbia già 50 anni.

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